Alla fine ho scelto Substack per praticità e ho scelto Banchan come nome del blog perché mi piacciono i significati che si può trovarci.
In italiano tradurremmo banchan come “contorni”, ma in Corea sono molto di più. Sono un insieme di piatti di accompagnamento al riso: caldi o freddi o piccanti o salati o agrodolci o cotti o scottati o crudi.
Si può comporre un bel boccone con un cucchiaio di riso su cui apporre pezzettini da diversi piatti di banchan per creare combinazioni che in ultimo convergono nel famoso bibimbap, dove si mescolano tutti insieme e si aggiunge della salsa.
Insomma, nei banchan ci sta un po’ il concetto di magnare quello che ti piace nella sequenza e nella combo che ti aggrada di più e questo è molto fico.
Da vegano che nel tempo ha trovato una grande passione e fonte di divertimento nel reinterpretare, mescolare e cambiare ricette, la filosofia del banchan mi piace molto, perché modulare, flessibile e applicabile in maniera molto ampia se si inizia a ragionare al di fuori della concezione di cucina a cui siamo abituati, specialmente in relazione a quella italiana inquadrata in rigidi concetti di piatti con ruoli inamovibili come primi e secondi.
Facciamo che è ora di basta, impariamo a prendere spunto da tutto quello che sembra sfizioso e divertente, rompiamo le regole, mescoliamo culture, stili, tecniche, approcci.
Se una cosa vi piace ed è buona per voi, bene così.
E basta con questa fissa delle tradizioni.
Ci si legge presto.